UN FIGLIO DI NOME ERASMUS

UN ROAD MOVIE SALVATO DA UNA MISURA DI DOLCEZZA E DI AFFETTUOSA COMPLICITÀ TRA I PROTAGONISTI
UN FIGLIO DI NOME ERASMUS

Jacopo lavora per una multinazionale di carattere umanitario; Ascanio fa la guida alpina per manager in cerca di ispirazione; Enrico è un architetto candidato alla Camera dei deputati e in procinto di sposarsi; e Pietro è un “manager artistico” il cui principale cliente è un gruppo che fa cover dei Pooh. Sono amici da quando erano ragazzi, ed è proprio un ricordo di gioventù a riunirli: una loro ex fiamma, Amalia, conosciuta durante il periodo di studio del quartetto in Portogallo, è deceduta e un giudice li ha convocati per comunicare loro le ultime volontà della defunta. All’arrivo scopriranno che uno di loro è il padre del figlio di Amalia: ma chi? Non resta che partire per un viaggio alla scoperta della paternità, che sarà anche un viaggio di scoperta di se stessi e un rinnovo dell’amicizia decennale.

Un figlio di nome Erasmus è un road movie che si inserisce appieno nel filone della commedia italiana contemporanea, e in particolare ricorda molto da vicino Ovunque tu sarai, film del 2017 in cui quattro amici si recavano a Madrid con un pulmino scassato come quello su cui si spostano Ascanio, Jacopo, Enrico e Pietro partendo da Lisbona: persino uno degli attori protagonisti, Ricky Memphis, appare in entrambi i film.

Opera terza di Alberto Ferrari, anche sceneggiatore insieme a Gianluca Ansanelli, Un figlio di nome Erasmus segue la formula ormai consolidata fra le commedie prodotte in serie nell’Italia di oggi, e dunque tracima voce fuori campo (“Questo sono io”), esagerazioni comiche, caratterizzazioni fragili e sottolineature musicali. Ma il film ha anche un debito di riconoscenza verso la serie Una notte da leoni e verso il primo Salvatores, di cui cerca di replicare l’ingenuità e la tenerezza. E in parte ci riesce, soprattutto grazie ad un cast che trova la sua chimica lungo il corso della storia e fa leva sul rapporto consolidato fra Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri.

Bizzarri è la sorpresa del film, poiché rivela tempi recitativi affinati nel tempo e una capacità di passare dal registro comico a quello drammatico in maniera convincente. Kessisoglu, Memphis e Daniele Liotti completano il gruppetto di malcapitati la cui interazione è piacevole e a tratti divertente.

UN FIGLIO DI NOME ERASMUS
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA