RON – UN AMICO FUORI PROGRAMMA

UNA CLASSICA STORIA D'AMICIZIA RACCONTATA IN MANIERA DIVERTENTE E MODERNA, CHE PROPONE DI TORNARE OFF LINE SENZA RINUNCI
RON – UN AMICO FUORI PROGRAMMA

A scuola di Barney tutti hanno un B*bot. Quel robottino che si nasconde sotto il guscio luminoso della multinazionale Bubble è diventato subito, dal momento del suo primo lancio sul mercato, il migliore amico di ogni ragazzino, e in un attimo ha conquistato l’intero pianeta. Il B*bot funziona da mezzo di trasporto, da estensione per i videogiochi, da computer portatile, da compagno di chiacchiere e soprattutto da connettore sociale: è lui che ti sceglie gli amici giusti, sulla base di gusti, profili, affinità. Proprio quando l’undicenne Barney Pudowski comincia a pensare che non ne avrà mai uno, dentro un pacco regalo un po’ ammaccato arriva “Ron”. Solo che Ron non fa nulla di ciò che dovrebbe fare un B*bot e -quel che è peggio- il suo comportamento è un continuo, imbarazzante “fuori programma”.

Il mondo in cui è immerso Barney Pudowski non è molto diverso dal nostro e i B*bot non sono in fondo molto diversi dagli smartphone, se non per le dimensioni accresciute e la forma a uovo: parametri che esprimono visivamente l’importanza che i ragazzini danno ai loro strumenti di comunicazione e la cura che ne hanno e che li porta istintivamente a non separarsene mai.

Ma Barney è un diverso, è abituato a non avere quello che hanno tutti, compresa una mamma, e a pagarne le conseguenze in termini di emarginazione. A Barney manca insomma il collante sociale principale del suo tempo (e del nostro), per cui non può legare con gli altri coetanei, ma solo osservarli da una posizione ai margini, subirli, sognare di essere un giorno come loro. Mentre attende, paziente ma poco speranzoso, che suo padre si aggiorni sulle sue esigenze emotive, deve ingegnarsi e supplire con la fantasia a quel che non ha, e questo fa improvvisamente di lui qualcuno con una competenza che nessuno ha più e una libertà che gli altri si sognano.

Il buffo, ribelle, buonissimo Ron, parente miniaturizzato del Baymax di Big Hero 6, è perciò solo una molla, la spinta che serviva a tutti per pensare “out of the box”. Come per Vanellope Von Scheetz in Ralph Spaccatutto, il difetto di fabbrica di Ron squarcia il velo della matrice e apre una finestra sulla realtà che sta sotto. Dietro le cover customizzate dei B*bot all’ultima moda, al di là dei limiti delle impostazioni di sicurezza, è Ron l’amico ideale: la sua imperfezione, la sua disobbedienza, la sua capacità di imparare dall’esperienza, ne fanno alla fine “un bambino vero”, un Pinocchio dei nostri giorni.

Al di là delle divertenti strizzatine d’occhio alla parabola della Apple, oltre la capra che puzza e la merenda di zampe di gallina, Ron – Un amico fuori programma funziona perché ha un nucleo classico e risponde in maniera moderna al bisogno di rotolarsi nell’erba senza rinunciare alle buone novità della tecnologia.

RON – UN AMICO FUORI PROGRAMMA
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA