Per tutta la vita

Le vicende intrecciate di quattro coppie e la loro strada verso il fatidico giorno del matrimonio
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Andrea e Paola sono innamoratissimi ma coltivano sogni diversi: lui un figlio, lei un trasferimento di lavoro a Copenhagen; Vito e Sara sono ex coniugi molto arrabbiati l’uno con l’altra, per il dispiacere del figlio Giulio; Edo e Marco sono amici fraterni e fanno tutto in quattro insieme alle rispettive mogli, Giada e Viola: ma Marco e Giada non sanno che Edo e Viola sono amanti. Quando viene dato l’annuncio che un gruppo di coppie, comprese quelle già citate, sono state sposate da un falso prete e dunque i loro matrimoni vengono annullati dalla Sacra Rota, a ognuno viene data la possibilità di rivalutare la promessa reciproca e “confermare o ribaltare il verdetto” emesso in chiesa.

Da questa premessa, che ricorda da vicino quella di Immaturi (non a caso scritto e diretto da Paolo Genovese che qui figura nel gruppo degli sceneggiatori insieme al regista Paolo Costella e Antonella Lattanzi – ma nei crediti sullo schermo compaiono anche altri nomi….), parte una storia intricata che vede i protagonisti incrociarsi casualmente senza incontrarsi mai (a parte quelli che già si conoscevano).

Quello che è interessante è che, all’interno della classica modalità da dramedy contemporanea all’italiana con il solito cast di volti noti al grande pubblico, si inseriscono tematiche più controverse, e un livello di ambiguità maggiore: proprio nel momento in cui la trama sembra prendere una piega conservativa (e retriva) infatti arrivano piccole svolte che tengono conto di come il sentire comune, soprattutto quello che riguarda il femminile, stia cambiando. Questo, d’altro canto, fa sì che non tutte le storie trovino un’adeguata conclusione e mostrino un finale sospeso che ha il sapore della fuga da una posizione morale definita, nonché della facile scappatoia dalla necessità di trovare una soluzione narrativa al conflitto innescato.

Fra le tematiche portate in superficie c’è il conflitto maternità-lavoro, ma ci sono anche il problema degli alimenti insufficienti per le ex mogli e del bisogno “patologico” di alcune persone di avere continue conferme del proprio potere seduttivo, a rischio della stabilità degli affetti. Il cast funziona, soprattutto nel legame fraterno fra Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu, ma ad emergere sono Claudia Gerini, mai stata più bella, e Claudia Pandolfi, mai stata più intensa. Molto credibile anche il piccolo Edoardo Brandi nei panni di Giulio e Pamela Villoresi e Ivana Monti in quelli dei madre e suocera di Paola.

Peccato che gli autori non si stacchino maggiormente dalla convenzionalità di una messinscena che prevede sempre appartamenti lussuosi e auto costose, lavori ben pagati, atmosfere da Carosello, hit musicali e riprese rileccate che nascondono la verità dei sentimenti invece di evidenziarla.

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