Un sottomarino sovietico viene affondato da un proprio torpedo: lanciato contro una minaccia fantasma, gli viene poi ritorto contro dall’intelligenza artificiale infiltrata a bordo del sistema. È solo una delle azioni di quella che viene definita “entità”, una IA divenuta senziente su cui tutti vogliono mettere le mani, ma a sua volta decisamente capace di difendersi e di contrattaccare. Il montare della crisi coinvolge così l’IMF ed Ethan Hunt, che inizia la sua nuova impossibile missione, sempre al fianco dei fidati Benji e Luther, andando a salvare l’amica Ilsa Faust. Presto Ethan si imbatterà nella ladra Grace, ritroverà la Vedova Bianca, e dovrà vedersela con gli agenti al servizio dell’Entità, ossia la letale Paris e un vecchio nemico di nome Gabriel.
Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno continua la tradizione spettacolare della serie, ma è sia più comico, sia più drammatico dei capitoli precedenti.
Ethan infatti è afflitto dal ricordo di un lutto e il ritorno di Gabriel (che in realtà non si era mai visto prima nella serie) mieterà nuove vittime. Al tempo stesso però Ethan, che rimane pressoché invincibile, dimostra finalmente dei limiti vagamente umani e lo fa in modo sorprendente ed esilarante, soprattutto nella parte del film ambientata a Roma.
Qui, come nel recentissimo Fast X, ha luogo un inseguimento per le vie e i vicoli della città, che passa per i monumenti più celebri della capitale, dal Colosseo alla scalinata di Trinità dei Monti. Ma a differenza di Toretto e compagnia, Ethan si trova impossibilitato a guidare al proprio meglio e Grace, che lo accompagna suo malgrado, non è un asso del volante. L’inseguimento ha così un tono comico, di un umorismo concreto, basato non sulle battute bensì sui piccoli e grandi incidenti causati dai due e sulle loro reazioni. Il tutto viene poi magnificato quando, avendo sfasciato un’auto, ne dovranno prendere un’altra e si ritroveranno alla guida di una storica 500 gialla, un po’ come fossero Lupin III e Fujiko.
Ci sono poi set-piece ambientati in un aeroporto a Dubai, con le sue architetture moderne e ariose, mentre a Venezia ci si insegue per strettissime calle e si passa da party esclusivi a duelli in suggestive cornici storiche. A spiccare è però la situazione dell’ultimo elaborato atto, ambientato su un treno che attraversa le Alpi austriache e corre verso un ponte caricato di esplosivo. Anche qui non manca la comicità, con Ethan posto di fronte a un piano davvero impraticabile persino per lui e costretto a improvvisare per raggiungere il treno. Qui, nel mentre, si consuma il consueto inganno con i personaggi mascherati tipico della serie, per poi arrivare al tropo del duello sui tetti dei vagoni mentre il treno sfreccia verso una galleria.
Tom Cruise, com’è noto, si cimenta negli stunt in prima persona e questo dà alle scene d’azione una maggior concretezza, aiutata anche da un comparto di effetti speciali che cerca soluzioni analogiche anziché abusare di CGI.
È notevole in questo senso anche l’impegno delle sue due nemesi, interpretate da Esai Morales e soprattutto da Pom Klementieff, che senza il pesante trucco di Mantis dei Guardiani della Galassia è quasi irriconoscibile e sfoggia una bellezza dai tratti molto particolari, oltre a una notevole ferocia nelle scene di corpo a corpo.
Ciò nonostante, dal punto di vista dell’azione il capitolo precedente rimane insuperato (soprattutto il combattimento con Liang Yang non ha rivali), ma quel film mancava dei tocchi leggeri che McQuarrie sembra aver finalmente trovato in questo Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno.
Non tutto però fila liscio e i lunghi e didascalici dialoghi, in cui viene pedantemente spiegato il dipanarsi dei vari intrighi, mancano di mordente – il primo in particolare è interminabile. Il che è paradossale considerato che McQuarrie nasce come sceneggiatore prima che regista, ma sembra ormai più interessato alla messa in scena dell’azione che non a lavorare di sintesi. Tanto che il film si dilata su una durata monstre e, difetto ancora più grave, non arriva a un finale che lascia davvero in sospeso in attesa della parte 2.
Se confrontato ad altri film recenti spezzati a metà, dallo “snap” di Thanos in Avengers: Infinity War a Toretto messo davvero alle strette da Dante Reyes in Fast X, fino a Miles Morales che cade in trappola in Spider-Man: Across the Spider-Verse, quello di Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno è quasi un lieto fine. Negli altri film citati gli eroi si trovano in una posizione peggiore di quella di partenza e in forte pericolo, mentre il nuovo Mission: Impossible si spegne banalmente, un po’ come Dune, all’insegna di un: “questo è solo l’inizio”.
Nonostante tali limiti rimane però il più divertente dei Mission: Impossible almeno dai tempi di Protocollo Fantasma di Brad Bird, non un’impresa da poco per una serie arrivata al settimo capitolo.