MIRABILE VISIONE: INFERNO

EVENTO PER IL "DANTEDI'": OSPITE IN SALA L'ATTORE PROTAGONISTA LUIGI DIBERTI. INTRODUCE LA D LUCIA ANNUNZIATA
MIRABILE VISIONE: INFERNO

“E uscimmo a riveder le stelle”, scrive Dante. Il celebre finale del poeta e intellettuale fiorentino chiude questo film documentario lasciando al pubblico una luce da seguire, una speranza intorno a cui e per cui lottare. Mirabile visione – Inferno lascia infatti l’amaro in bocca: un sentimento meritato, visto la situazione in cui l’essere umano si ritrova ancora.

La Divina Commedia di Alighieri, a cui il film rende un denso, meticoloso e intelligente tributo per i suoi settecento anni di storia, rappresenta ancora una delle opere più contemporanee che siano mai state scritte.

Un concetto che già ci veniva detto sui banchi di scuola. Quando ero all’università ricordo ancora che, ad ogni canto scelto da analizzare in classe, la mia professoressa di letteratura italiana sottolineava quanto ancora oggi ogni episodio, ogni commento, ogni raffigurazione umana tratta dalla “Commedia” fosse ancora scottante, attuale, tangibile nel nostro quotidiano.

Da questa riflessione parte il film di Matteo Gagliardi per sviluppare una visione lacerante e densissima sui dolori del Novecento. Alla maniera di Mondo Cane (1962, Jacopetti, Cavara, Prosperi), ma più educato e senza giudizio, il documentario mette in scena spezzoni, footage, documenti che nulla lasciano in sospeso, facendo sfilare immagini che trattano episodi ed eventi accaduti e orribili, dall’olocausto al processo di Totò Riina; da papa Francesco che prega in solitudine e silenzio nella piazza san Pietro svuotata dall’allarme Covid – con quell’estetica alla Sorrentino che abbiamo per sempre immagazzinato – alle immagini di donne e uomini afghani che cercano di prendere l’ultimo aereo per scappare dalla rivoluzione mortale appena scoppiata; da O.J. Simpson in tribunale che indossa i guanti con cui uccise sua moglie, al sorriso biondo di Marylin Monroe, come simbolo stereotipato di una donna distrutta da un mondo sessista; e ancora Charles Manson in tribunale, e i tycoon della finanza che consumano il mondo; i supermercati americani durante il Black Friday, dove uomini e donne portano via elettrodomestici animati da istinti che farebbero vergognare dei leoni in gabbia; e poi le malattie, il denaro, le morti, l’ecologia frantumata, Greta Thunberg, gli allevamenti intensivi, il cibo orrendo, le armi, le guerre, le religioni, i falsi miti, il terzo mondo, le morti in Mediterraneo, Gandhi e Luther King, Mao e Mussolini….

Una carrellata necessaria che il regista rilancia con la mediazione del racconto dantesco, intervallato dalle raffinate illustrazioni – qui animate e alternate a poetiche immagini di paesaggi e natura – di Francesco Scaramuzza, pittore ottocentesco, dove Dante e Virgilio compiono la loro straordinaria avventura.

I gironi infernali, le torri di babele, i cattivi e i danarosi, gli avidi e gli ignavi, le passioni proibite che, passo dopo passo, vengono sviscerate e narrate. Tra ostacoli come le fiere – cui presenza apre e chiude il film – e riflessioni a volte positive, attive. Qualche lume di speranza infatti ancora c’è: ci sono la vita, la nascita, l’infanzia, il fare con cura. Ci sono i bambini, i giovani, le buone madri e i bravi padri.

Gli interventi di Benedetta Buccellato e Luigi Diberti sviscerano alcune chiavi narrative parlando al pubblico senza compromessi, rilanciando messaggi e parlando di dio che, oggi, può essere interpretato nelle più diverse maniere, rientrando dalla “perduta via”.

MIRABILE VISIONE: INFERNO
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA