Metti la nonna in freezer

IDEA OTTIMA E SVILUPPO CONVINCENTE PER UNA COMMEDIA DAL SOUND IRRIVERENTE, TUTT'ALTRO CHE SURGELATO.
Metti la nonna in freezer

Claudia è una giovane restauratrice che lavora in proprio, con l’aiuto delle due amiche più care. Da mesi ha completato un grosso lavoro per la Sovrintendenza ma la pubblica amministrazione non le paga quanto dovuto. L’unica entrata certa è la pensione della nonna Birgit, ma improvvisamente la nonna muore, e nella mente di Claudia e delle sue amiche si fa strada un insano proposito: surgelare il cadavere dell’anziana signora per continuare ad incassare la sua pensione fino a quando non avranno recuperato il credito loro dovuto. Simone è un incorruttibile maresciallo della Guardia di Finanza intenzionato a smascherare tutti coloro che compiono atti di piccola o grande illegalità.

I sottoposti di Simone sono estenuati dal suo stakanovismo e farebbero qualunque cosa pur di ottenere qualche giorno di riposo. Quando l’integerrimo rimane folgorato alla vista di Claudia, si danno da fare perché i due si rivedano. Peccato che Claudia abbia quel piccolo segreto da nascondere.

I trentenni Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi dirigono Metti la nonna in freezer da un soggetto del produttore Nicola Giuliano e di Fabio Bonifacci, quest’ultimo anche sceneggiatore, tenendo lo sguardo rivolto verso il mondo anglosassone: i titoli di riferimento passano da Getta la mamma dal treno (cui fa omaggio il titolo) a Weekend con il morto. Il contesto però è squisitamente italiano, e la comicità nasce da amare considerazioni familiari a molti: in primis quella che la precarietà abbinata all’insolvenza dello Stato rendono il welfare famigliare l’unica àncora di salvezza. Ma l’iniziativa di Claudia non può piacere a Simone, un Don Chisciotte che si batte contro il malcostume italico ed è determinato a stanare falsi invalidi, cronici evasori e impiegati in cerca di mazzette. Sono dilemmi etici veri, e sono ben costruiti nel dna dei personaggi (e nella sceneggiatura).
L’idea è ottima e lo sviluppo convincente, anche se purtroppo il finale contraddice in parte le premesse. Fabio De Luigi, che interpreta Simone, conquista il primo ruolo complesso della sua carriera comica, e ricambia con sfumature recitative finora mai svelate; Miriam Leone nei panni di Claudia è gradevole e sa gestire anche i momenti slapstick della storia; Lucia Ocone e Marina Rocco completano il quadro con le loro maschere comiche. Ma la vera sorpresa è Barbara Bouchet nei panni della nonna: prima di finire nel freezer dimostra una disinvoltura recitativa sorprendente.

È soprattutto dal punto di vista registico che Metti la nonna in freezer funziona, anche se deve molto (troppo?) all’estetica di Smetto quando voglio. La scelta di dare alle scene e ai costumi una sfumatura uniformemente verdastra fa intuire due forti personalità creative dietro la cinepresa (e ci ricorda il talento di scenografo di Paki Meduri), così come il ritmo veloce e il montaggio agile di Giancarlo Fontana smarcano questa commedia dalla mediocrità di molto cinema contemporaneo. C’è molta cura in tutte le inquadrature (la fotografia è di Valerio Azzali, il piglio fumettistico è dei due registi), e la colonna sonora, che mescola i Mamas and Papas con Vivaldi, Pete Townshend con Mozart, Moriarty con Umberto Tozzi, crea un sound irriverente (ben amalgamato alle composizioni originali di Francesco Cerasi) tutt’altro che surgelato

Metti la nonna in freezer
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA