L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA

LA VITA E L'OPERA DI UN ASSOLUTO MAESTRO DELL'ARTE, RISPETTATO E APPREZZATO DAI PIÙ GRANDI REGISTI.
L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA

PROIEZIONE PREVISTA NEL PROGRAMMA DELLA INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

“CINEMA DIPINTO E STORIE DI SALE SALVATE E PERDUTE”

SABATO 22 OTTOBRE A PALAZZO DELLA CORGNA.

 

Realizzata in concomitanza con la riapertura del nuovo cinema della città, la mostra propone un itinerario espositivo dedicato alla grafica pubblicitaria cinematografica, attraverso l’esposizione di bozzetti originali, locandine e manifesti: da Ombre Rosse a Per un pugno di dollari, da Ricomincio da tre a La voce della Luna.  Pezzi unici al mondo provenienti dal “Museo del Cinema a Pennello” di Montecosaro (MC) realizzati dai maggiori cartellonisti italiani: Ballester, Brini, De Seta, Olivetti, Ciriello, Innocenti, Fiorenzi, Ferrini, Piovano, Sciotti, Jano, Simeoni, Casaro e Milo Manara.

Il film racconta la vita e l’arte di Renato Casaro, uno dei più grandi cartellonisti di cinema al mondo,  di cui la mostra espone tre bozzetti originali.

“Renato Casaro (Treviso, 26 ottobre 1935) è un illustratore italiano, conosciuto per i suoi manifesti e le sue locandine cinematografiche oltre che per le sue pitture e le sue stampe artistiche .È considerato uno dei più importanti, influenti e innovativi cartellonisti cinematografici italiani. Ha realizzato, nel corso della sua lunga carriera, migliaia di opere dedicate alla settima arte divenendo molto popolare anche all’estero”.

Solo per questa volta la sinossi del film nasce dalla pagina di Wikipedia perché sintetizza al meglio la vita e l’opera di un assoluto Maestro dell’arte che Walter Bencini ha posto, come era giusto che fosse, al centro del suo documentario.

Il grande merito del regista è quello di averci saputo far entrare non solo nel dato biografico ma, anche e soprattutto, nel pensiero creativo di un artista nonché nel profondo rispetto ed ammirazione che altri Maestri (dell’arte cinematografica) hanno nutrito e nutrono per lui. Perché Casaro ha creato manifesti cinematografici per film diretti da registi come BertolucciArgentoHustonCoppolaLelouchLeoneFassbinder e Tornatore (solo per citarne alcuni). Tutti costoro hanno trovato in lui un uomo la cui sensibilità (oltre all’eccellenza tecnica) sapeva cogliere al centro il senso profondo delle loro opere e trasmetterlo ai futuri e possibili spettatori, contribuendo in misura non irrilevante a decretare il loro successo.

Bencini però va oltre. Ci mostra non solo questo tipo di interventi (che qualcuno potrebbe, a torto, ritenere ‘facili’ in quanto basati su film di grande valore). Ci mostra anche come Casaro sia stato un maestro anche nel rappresentare, nella sintesi di un manifesto, anche il cinema più popolare, quello che si usa definire ‘di genere’ o anche ‘di serie B’. I peplum e i western all’italiana (non solo quelli firmati Leone) hanno trovato in lui uno straordinario comunicatore. Tanto che Quentin Tarantino, che come si sa ama quel tipo di cinema, lo ha chiamato per creare dei finti manifesti vintage da utilizzare in C’era una volta a… Hollywood.

L’uomo che dipinse il cinema non è, come forse si potrebbe ritenere, un documentario rivolto solo ai collezionisti o ai cinefili doc. Parla a tutti coloro (e sono tanti) che nel corso della loro vita, vedendo un manifesto in strada o davanti a un cinema, si sono detti “questo film lo vado a vedere”. Ora, grazie a Bencini, ne conoscono il grande autore.

L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA