L’IMPREVEDIBILE VIAGGIO DI HAROLD FRY

UN RIUSCITO ON THE ROAD DELLA MEMORIA. DA VEDERE INNANZITUTTO PER LA PERFORMANCE DI JIM BROADBENT.
L’IMPREVEDIBILE VIAGGIO DI HAROLD FRY

Harold Fry è un uomo in là con gli anni che trascorre una vita piatta e senza scosse con la moglie Maureen in una cittadina dell’Inghilterra. Un giorno riceve la notizia che Queenie, di cui un tempo era amico, sta per morire a causa di un tumore. In seguito a una vicenda che si è sentito raccontare decide di partire a piedi per affrontare l’attraversamento del Paese. Lo scopo è quello di spingerla a resistere al male in attesa del suo arrivo.

Rachel Joyce sceneggia il film tratto dal romanzo che lei stessa ha scritto.

Questo finisce con l’essere il problema che Hettie MacDonald si trova a dover fronteggiare riuscendo comunque a portare a compimento un film interessante. La regista ha già avuto in precedenza a che fare con una serie (Normal People) anch’essa tratta da un romanzo (di Sally Roonie) ma, come spesso accade, l’avere come autore dello script chi ha scritto il romanzo può costituire un vincolo. Lo è evidentemente, come ognuno potrà verificare, nel finale sul quale è bene non aggiungere altro per non fare spoiler. Sarà sufficiente ricordare che un conto è spingere sul tasto dell’emozioni in un libro ed un altro è farlo sullo schermo.

Detto ciò il film vale la visione innanzitutto per la prestazione di Jim Broadbent che mostra ancora una volta (non essendo necessario dimostrarlo) come tutti i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera (Oscar compreso) fossero meritati. La naturalezza con cui aderisce al suo personaggio, unita al fatto di aver girato in ordine sequenziale, ci rende il suo Harold vicino e ci consente di comprenderne aspettative e sensi di colpa rendendo anche credibili passaggi che rischiano di esserlo meno (tranne uno, riguardante un cane, che resta, come può testimoniare chiunque abbia un amico a quattro zampe, abbastanza lontano dalla realtà).

Il suo viaggio in un’Inghilterra ben poco piovosa diventa un on the road della memoria in cui l’ambiente, sia esso naturale che urbano, diventa qualcosa di più di uno sfondo. Così come il rapporto con coloro che il protagonista incontra nel suo percorso si trasforma in occasione per brevi (e spesso riusciti) ritratti di un’umanità che ha bisogno di condivisione anche quando finisce con il negare il bisogno stesso.

L’IMPREVEDIBILE VIAGGIO DI HAROLD FRY
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