Ennio Doris – C’è anche Domani

TRE ARCHI TEMPORALI, DA BAMBINO, DA GIOVANE E DA ADULTO, PER UN BIOPIC SULLA FIGURA DEL 'BANCHIERE GENTILE' ENNIO DORIS.
Ennio Doris – C’è anche Domani

Ennio Doris, il fondatore di Banca Mediolanum, il giorno dell’epocale fallimento della banca d’affari newyorchese Lehman Brothers decide di rimborsare tutti gli 11.000 clienti che avevano acquistato quelle obbligazioni che non valevano più niente. Quel settembre del 2008 è lo spunto per raccontare la storia di questo “banchiere gentile”, dall’infanzia povera e felice a Tombolo, nel padovano, alla fondazione di Banca Mediolanum e ai successi internazionali.

Il regista Giacomo Campiotti torna al cinema portando sul grande schermo la biografia “Ennio Doris – C’è anche domani” con Massimo Ghini che restituisce con adesione la figura del “banchiere gentile” amico e socio di Silvio Berlusconi.

All’inizio Giacomo Campiotti sceglie di soffermarsi su un episodio particolare ma universale, anche perché epocale. La notte/alba del 15 settembre 2008, quando Lehman Brothers, una delle più grandi banche d’affari di New York, dichiarò il fallimento. Siamo però in Italia e vediamo Ennio Doris, già ideatore e fondatore con Silvio Berlusconi di Banca Mediolanum, che gioca a carte con gli amici nella piazza del paesino in cui è nato, Tombolo nel padovano.

Raggiunto dalla notizia, rientra di corsa in elicottero a Milano. Il tempo di arrivare e la sua vita passa davanti a suoi occhi e a quelli degli spettatori. Ecco i tre ampi archi temporali che fanno da architrave al film, con Ennio Doris da bambino (Carlo Favero), con una facilità a ‘giocare’ con i numeri, da giovane (Daniel Santantonio), con la sua visione innovativa dei consulenti assicurativi che dovevano andare dal cliente e non viceversa, e da adulto, interpretato da Massimo Ghini con un’adesione leggera, rispettosa e mai gigionesca, alle prese con la crisi bancaria mondiale.

Il linguaggio utilizzato dal regista varesino, che torna al cinema più di dieci anni dopo Bianca come il latte, rossa come il sangue, è però spiazzante. Non tanto per i limiti del biopic, tratto dall’omonima biografia scritta con Leopoldo Gasbarro e pubblicata da Sperling & Kupfer, con appunto tutti i passaggi da pagina di Wikipedia della vita di un uomo che effettivamente dal nulla ha costruito un impero finanziario, quanto per l’inserimento di tutti gli espedienti narrativi e linguistici volti a creare una specie di santino di un personaggio che, alla fine, non sembra avere alcun’altra sfaccettatura.

Certo non era facile per Campiotti, alla sceneggiatura con Carlo Mazzotti, giustapporre a dei ‘chiari’ (non ultima la volontà del banchiere di rimborsare tutti i suoi undicimila correntisti a cui aveva consigliato quei fondi rivelatisi velenosi, peraltro riuscendoci), degli ‘scuri’ che non sembrano appartenere alla figura di quest’uomo, il quale, fin da giovane, è animato da curiosità, passione, altruismo e tantissima positività.

Ennio Doris – C’è anche Domani
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