ENEA

UNA STORIA D'AMORE E D'AMICIZIA CHE NON HA PAURA DI VOLARE ALTO, PROPRIO COME IL SUO PROTAGONISTA
ENEA

Enea e l’amico Valentino sono molto uniti. Spacciano droga, non mancano alle feste più cariche di energia e per di più il secondo ha preso da poco il brevetto di pilota su aerei da turismo. La famiglia di Enea si compone di un padre psicoanalista malinconico, di una madre che non ha smesso di amare il marito e di un fratello che a scuola ha più problemi che soddisfazioni. Gli resta l’amore a sostenerlo anche quando finisce in una vicenda difficile da gestire.

Pietro Castellitto descrive un milieu sociale che mostra di conoscere bene sul quale applica una molteplicità di strategie narrative.

Nella sua saggezza atavica Massimo Troisi, dopo il successo di Ricomincio da tre, affermava di non voler girare il secondo film ma piuttosto di avere intenzione di passare direttamente al terzo. Perché l’opera seconda ha insite, da parte del pubblico e della critica, aspettative su esiti che è difficile conservare all’altezza della precedente.

Pietro Castellitto con il suo film d’esordio I predatori ha ottenuto il David di Donatello quale miglior regista esordiente quindi si trova in una condizione analoga a quella presa in considerazione da Troisi. Gli va dato atto che la coerenza è una dote che non gli fa difetto così come la spericolatezza nella stesura di una sceneggiatura che sostiene con la professionalità propria di un regista che, lo si vede, si è nutrito di cinema sin dall’infanzia.

Si avverte anche il bisogno morale di descrivere quello che definisce “il mistero della giovinezza” andando ad analizzare non il mondo delle borgate o dei socialmente deprivati (che già tanto cinema ambientato a Roma ci ha proposto) ma quello di chi sta bene e può permettersi discettazioni che suonano più recitate che dette nella sequenza di apertura.

Non si tratta ovviamente di problemi di recitazione da parte degli attori ma della prima delle tante variazioni di stile che Castellitto si consente rischiando il barocchismo estetico che un Sorrentino sa da tempo come gestire e che qui avrebbe bisogno di qualche sottigliezza in più. Il plot che sottende la struttura narrativa potrebbe rimandare al genere gangsteristico ma è quello che invece qui si vuole assolutamente evitare.

ENEA
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