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Proiezione alla presenza del regista Phaim Bhuijan
La festa del cinema di Roma ha chiuso da qualche settimana il sipario sulla tredicesima, recente edizione, ma Alice è ancora nella città e oggi ha presentato, a cento ragazzi dell’Istituto Rossellini e alla stampa, le prime immagini di “Bangla”, esordio alla regia del ventiduenne Phaim Bhuiyan, prodotto da TIMVISION e Fandango. “Vedere che, negli anni, Alice sta diventando sempre meno vetrina e sempre più laboratorio e acceleratore di giovani talenti a 360°, rende concretamente utile e tangibile il nostro lavoro” hanno dichiarato i direttori artistici Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. E Phaim Bhuiyan, italiano di seconda generazione, studente di cinema allo IED, di talento ne ha abbastanza da aver scritto, girato e interpretato quest’opera prima, che ha già ricevuto il Premio Lazio Frames Cinema della Regione Lazio come miglior film presentato nella selezione What’s Next Italy del MIA, dedicata ai protagonisti della prossima stagione cinematografica italiana.
Domenica Procacci, per Fandango, racconta che tutto è nato da un’intuizione del suo collaboratore Emanuele Scaringi, rimasto colpito da un servizio di “Nemo – Nessun escluso” intitolato “L’amore di seconda generazione”, realizzato da Francesco Medosi, che raccontava appunto Phaim, il suo quartiere, i suoi amici e i suoi problemi con le ragazze.
“Insieme con Laura Buffoni e Laura Paolucci ho visto quella puntata di “Nemo” e ci ho messo un attimo a convincermi del progetto. Puoi raccontare una certa storia in un certo modo solo se è la tua. E questa era la storia di Phaim, che per di più stava studiando regia. In questo film, come anche in altri di nostra recente produzione, cerchiamo di trattare un tema importante, come l’integrazione, in maniera leggera, in modo che possa arrivare ad un pubblico ampio”.
Sulla stessa linea è Annamaria Morelli, per TIMVISION Production: “Credo sia ormai sotto gli occhi di tutti che abbiamo un’attenzione per la creatività giovane, italiana e non solo. Lo dimostrano l’impegno per la produzione del prossimo film di Fulvio Risuleo, “Il colpo del cane”, e il successo della serie Skam Italia, alla sua seconda stagione. Quando Fandango mi ha raccontato il progetto di Phaim, abbiamo deciso in brevissimo tempo di co-produrlo, per le stesse ragioni: perché pensiamo che abbia molto da dire e perché la sua è una rappresentazione seria ma non drammatica. Inoltre, mentre in Inghilterra c’erano stati i racconti di Kureishi, “Il Budda delle periferie” e “My Beautiful Laundrette”, da noi non c’era ancora nulla di questo genere”.
Ma cosa racconta dunque Bangla? Qual è la storia di Phaim? Risponde una clip del film: è quella di un ragazzo di ventidue anni, nato in Italia dopo che i suoi genitori si erano trasferiti da un paio d’anni nel nostro paese, che si definisce “50% Bangla, 50% Italia e 100% Torpigna”, ovvero abitante del quartiere romano di Torpignattara. Phaim parla infatti romanesco, vive coi genitori, lavora come steward nei musei, e per arrotondare suona con la sua band ai matrimoni bangla. Un giorno, decide col suo gruppo di partecipare ad un concorso musicale, e lì incontra una ragazza… Di più non ci è dato sapere, per ora, ma è (anche) una commedia romantica quella che ci aspetta nel resto del girato, ancora segretissimo.
Vanessa Picciarelli, co-sceneggiatrice del film di Phaim, oltre che sua insegnante di sceneggiatura allo IED e vicina di casa, racconta che, nel processo di scrittura, sono partiti dalle confessioni autobiografiche del ragazzo, per poi mettere a fuoco il cuore del problema: Phaim, infatti, per ragioni religiose, non beve, non mangia maiale e non può fare sesso prima del matrimonio. Alla sua età, però, non si tratta di un’attesa facile e l’unico modo è prenderla con filosofia e scherzarci su.
Carlotta Antonelli, giovanissima interprete delle serie Suburra e Immaturi, è la figura femminile del film: “Quando ho letto la sceneggiatura mi sono innamorata della storia, perché è una carezza ma anche un pugno. Trovo che Phaim sia geniale e sul set ci siamo fatti un sacco di risate. Entrambi ci siamo lasciati andare: lui ha regalato al mondo una parte della sua storia, con grande coraggio, io ho semplicemente preso la sua mano e l’ho accompagnato, cercando di abbattere il muro che divide i mondi dei due protagonisti”.
Intanto, la presentazione delle clip del film suscita l’interesse e il divertimento della giovane platea in sala. Uno studente, di origine bengalese, ammette di essere molto curioso: finora non gli era mai capitato di potersi immedesimare fino a questo punto con un personaggio di un film italiano. Quando si potrà vedere il film e dove? La risposta è in via di definizione: di certo c’è che Bangla è quasi terminato e che presto Fandango e TIMVISION discuteranno il tipo di uscita, quasi certamente prima in sala e poi in streaming. Ma il giovane spettatore ha un’altra domanda per il regista: come ha reagito la sua famiglia alla notizia che avrebbe realizzato un film che parlava con ironia di lui, della sua gente e del suo quartiere? Phaim risponde con la franchezza e la simpatia che gli sono propri: “Quando gliene ho parlato i miei mi hanno detto subito: “Non ce la farai mai”. Perché hanno un concetto piuttosto negativo dell’Italia, hanno sempre pensato di andare in Inghilterra prima o poi, perché qui tutto è difficile. Poi, quando il progetto è partito, mi hanno detto subito: “Lo sapevamo che ce l’avresti fatta!”.