ANATOMIA DEL MIRACOLO

IL CULTO PER LA MADONNA DELL'ARCO, OSSERVATO ATTRAVERSO LE VITE DI ALCUNI DEVOTI E RACCONTATO CON UN'ESTETICA 'GOMORRIA
ANATOMIA DEL MIRACOLO

CASTIGLIONE CINEMA – RdC INCONTRA

Rassegna Cinema Indipendente

In collegamento video Skipe da Parigi interviene la regista

ALESSANDRA CELESIA

Introduce il blogger GIUSEPPE ARMELLINI (Il buio in sala)

Fuori Napoli il santuario della Madonna dell’Arco attira folle di devoti, che pregano, si inginocchiano o strisciano letteralmente ai piedi di Maria per invocare un miracolo.
Più che di sondare l’insondabile, ovvero soffermarsi sui miracoli veri o presunti di un santuario, all’indagine di Alessandra Celesia interessa l’universo policromo dei devoti della Madonna, esemplari talora pittoreschi talaltra tragici di un’umanità ai margini della cronaca, ma tuttora presente.

La macchina da presa si fa spettatrice del privato di individui alla soglia dell’indigenza ma che non rinunciano alla Fede, scrutando squarci di generosità e affetto, virtù sopravvissute a un’esistenza di profondo disagio.

Nulla di particolarmente nuovo, nell’ambito delle tendenze recenti interne al cinema del reale. La retorica degli ultimi, dal lavoro di Pietro Marcello in avanti, è stato un tema al centro di diversi documentari: Celesia accompagna a questa un’estetica “gomorriana”, che sfrutta l’istintualità degli scugnizzi e gli scorci di una città unica per ammantare di un respiro magico lo schematismo rigido con cui si sviluppa il documentario. A fronte di una tecnica e di un montaggio capaci di concentrarsi sulla persona, adeguando ad essa l’ambiente circostante, anziché il contrario, sono i contenuti a rappresentare un déjà vu.

Con una sola importante eccezione: il personaggio di Giusy, corpo immobilizzato su una sedia a rotelle e anima imprigionata tra il desiderio di credere in Maria e la rabbia di fronte agli oscuri disegni della Provvidenza. La tensione spirituale che la attraversa trasmette la sensazione del fine ultimo a cui Celesia probabilmente mirava, ma sarebbero serviti più minuti di Giusy rispetto a personaggi quasi canonici nel loro percorso di devozione. Quasi imperdonabile, infine, l’epilogo consolatorio e populista sulle note di “Vivere” di Vasco Rossi. 

ANATOMIA DEL MIRACOLO
PROGRAMMAZIONE
TERMINATA