CLIFFORD – IL GRANDE CANE ROSSO

Il "problematico" trasferimento Clifford, diventato grandissimo grazie all'amore che la sua padroncina gli ha riservato
CLIFFORD – IL GRANDE CANE ROSSO

Emily è una ragazzina di Harlem che, grazie a una borsa di studio, inizia a frequentare una scuola prestigiosa dove però fatica a trovare amici. Triste e sola, affidata per qualche giorno allo sfaccendato zio come baby sitter, si avventura in un tendone nel parco pieno di animali e qui conosce un piccolo adorabile cagnolino rosso. Lo zio la convince a non prenderlo, ma il cane le si intrufola magicamente nello zaino e così passa la notte con lei. Al mattino dopo ha raggiunto proporzioni enormi e ora è alto più di due metri al garrese! Un imprenditore che fa esperimenti genetici su animali cerca di appropriarsene, mentre Emily e lo zio provano a ritrovare il misterioso Bridwell, l’uomo del tendone degli animali che però ha lasciato il parco…

Primo adattamento cinematografico per un personaggio molto amato della letteratura per ragazzi americana, Clifford: il grande cane rosso è fatto per i bambini senza curarsi minimamente del pubblico che li accompagna al cinema.

Non è certo una novità che il cinema americano per i piccoli non cerchi ulteriori stratificazioni, a differenza per esempio dei film di Miyazaki o delle favole classiche, ma la conferma rimane disarmante. Clifford: il grande cane rosso piacerà probabilmente al suo pubblico, ma l’unico momento di vago interesse per i non minorenni è nel personaggio di John Cleese, che ha un’ambiguità magica ed è un omaggio all’autore dei libri dedicati a Clifford. Porta infatti lo stesso cognome di Norman Bridwell, scomparso nel 2014 quando questo pigro adattamento era ancora alle prime fasi di discussione.

La stessa ragazzina protagonista, Darby Camp, ha una carriera con ruoli in produzioni ben più adulte di questa, è infatti stata la figlia di Reese Witherspoon in Big Little Lies e presto la ritroveremo nella serie all-star sul caso Watergate, Gaslit. Il resto del cast però è molto meno ambizioso, con Sienna Guillory confinata a una piccola parte e Tony Hale nei panni del villain sopra le righe. Lo zio, che è l’adulto più presente, ha il volto di Jack Whitehall e gli altri cittadini di Harlem sono per lo più sconosciuti caratteristi, tranne per il veterinario interpretato da Kenan Thompson del Saturday Night Live. Fosse stato un film inglese ci sarebbe stato probabilmente qualche attore con un pedigree un po’ più accattivante, ma appunto la tradizione inglese di cinema per ragazzi è diversa da quella americana.

Non vale insomma nemmeno la pena di parlare della banalità delle situazioni comiche, dello stereotipo sul ragazzo asiatico – timido genio dell’informatica – né della polizia che insegue un cane “di colore”. Le cose importanti sono altre: il cane è adorabile, anche se di un rosso innaturale; la computer grafica è relativamente ben realizzata e si integra piuttosto organicamente nelle scene; la ragazzina lo cavalca come nei libri nella scena clou; il tema dell’animalismo è presente in modo implicito e non pedante; il prologo e l’epilogo con voce narrante su disegni appena animati è efficace e forse la cosa migliore di tutto il film sono i titoli di coda in questo stile; alla fine viene omaggiata anche la versione “mascotte” di Clifford, a sua volta molto popolare in America. Tutto il resto è una lettura non richiesta, per un film che sarebbe più gradito direttamente in Tv, così da risparmiare agli adulti di vederlo attentamente insieme ai piccoli…

CLIFFORD – IL GRANDE CANE ROSSO
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