
Vita di John Lennon e Yoko Ono durante la permanenza nel Greenwich Village a New York tra il 1971 e il 1973, ricostruita attraverso immagini di repertorio, registrazioni di conversazioni telefoniche e un montaggio di filmati carpiti dalle trasmissioni tv dell’epoca.
Il titolo, One to One, si riferisce all’unico concerto completo tenuto da John Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles: un evento nato per raccogliere fondi per la Willowbrook State School, luogo di ricovero per disabili minorenni in condizioni di forte disagio (la sequenza che racconta la vicenda per immagini è insostenibile per quanto è dolorosa).
“One to One” significa infatti auspicio di poter dedicare un infermiere a ogni bambino, ed è una delle molte nobili cause a cui John e Yoko si sono dedicati nella loro generosa vita di coppia, stroncata dalla follia di Mark Chapman nel 1980. Attraverso il lavoro di montaggio di Kevin Macdonald possiamo sapere come si è arrivati a quel concerto, dopo il tentativo abortito di organizzare un contro-evento alla convention repubblicana, da cui John e Yoko si sono tirati indietro per timore delle conseguenze personali.
L’esibizione live è inframmezzata da continui rimandi all’attualità, che provano a ricreare l’atmosfera inquieta e creativa, turbolenta e imprevedibile di quegli anni bollenti. Lennon, fresco reduce dello scioglimento dei Beatles – fatto che scatenò una violenta campagna di odio verso l’incolpevole Yoko – si allontana sempre più dal suo passato e tinge di passione politica il suo percorso artistico. Abbandona il Regno Unito perché stanco dei beatlesiani delusi, ma a New York in breve tempo diviene nemico pubblico n. 1 degli Stati Uniti d’America (tema su cui si era soffermato anche il doc USA contro John Lennon), soprattutto in virtù delle sue nuove frequentazioni: Allen Ginsberg, Jerry Rubin, John Sinclair e le cosiddette Pantere Bianche, rivoluzionari e nemici giurati del presidente Nixon.
L’insistenza sulle conversazioni telefoniche di Lennon – in parte registrate da lui stesso, perché convinto (giustamente) di essere sorvegliato dall’FBI -, oltre a confermare l’assoluta innocenza e ingenuità di un grande musicista che aveva come unico difetto quello di fidarsi eccessivamente del prossimo, alimenta il clima di paranoia attorno alla coppia, accusata di aver distrutto il giocattolo Beatles e di voler fomentare la rivoluzione in America.
La scelta di Macdonald di affidarsi interamente a materiale di repertorio, senza ricorrere a testimonianze del presente, dona forza al documentario, che diviene un’esperienza immersiva e di totale simbiosi con John, Yoko e la loro vita ricca di eventi, più o meno felici. Le note di “Jealous Guy” e il testo di “Imagine”, tra i tanti momenti memorabili di One to One – ma forse l’apice di intensità lo tocca l’esecuzione di “Mother” – restituiscono la forza di un autore e di una voce senza eguali, lucidissimo nella sua denuncia delle storture del mondo quanto dolce verso i propri cari e gli amici fidati. Una persona semplice, a cui è capitato di essere un genio. Non ha potuto cambiare il mondo come avrebbe voluto, ma è stato amato come pochi altri. E grazie a lavori come One to One la sua eredità continua a perdurare.