TI PRESENTO SOFIA

RIUSCITO REMAKE DI UNA FORTUNATA COMMEDIA ARGENTINA CHE CI RUBA UN SORRISO E STIMOLA PIÙ DI UNA RIFLESSIONE.
TI PRESENTO SOFIA

Gabriele, ex rocker e ora negoziante di strumenti musicali, divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia, la figlia di 10 anni. Quando gli amici gli presentano delle possibili nuove compagne lui parla della figlia, azzerando ogni chance. Un giorno però nella sua vita ricompare Mara, che vede da 10 anni e che è diventata un’importante fotografa. Lui se ne innamora ma c’è un grosso ostacolo da superare: lei non vuol sentire neanche parlare di bambini. Gabriele decide quindi di nasconderle la presenza di Sofia. L’impresa però non sarà per niente facile.

Anche se la sceneggiatura è stata scritta da Nicoletta MicheliGiovanni Bognetti e dallo stesso Guido Chiesa va chiarito che si tratta di fatto di un remake del film argentino Se permetti non parlarmi di bambini! uscito nelle nostre sale nel settembre 2016, tanto che sono stati conservati sia il nome del protagonista che della figlia.

Questo non impedisce di apprezzarne l’adattamento italiano che si avvale delle doti interpretative di De Luigi e Ramazzotti nonché della più che efficace presenza di Caterina Sbaraglia nel fondamentale ruolo di Sofia. Perché è attorno a lei che tutto finisce per ruotare dovendo tener conto del suo bisogno di sicurezza ma anche nella sua determinazione nel tenere il più possibile al di fuori della coppia formata da lei e dall’affettuoso padre. Quando poi si trova costretta a fingersi sorella e non figlia le sue armi si affilano.

Siamo di fronte a una commedia per la quale viene la tentazione di riutilizzare un termine coniato qualche decennio fa: “malincomica”. Perché il tema è di quelli che non si limitano ad abitare il mondo della creatività di scrittura ma sono purtroppo più che mai reali. Da una parte troviamo un padre divorziato che stravede per la figlia al punto di tagliare all’origine qualsiasi possibile altra relazione sentimentale mentre non altrettanto ha fatto la madre che dieci anni dopo è incinta di un nuovo compagno.

Dall’altra abbiamo una donna che si ammanta di un neologismo inglese (childfree) per nobilitare o comunque rendere socialmente apprezzabile il suo detestare chiunque sia definibile come ‘bambino’. In mezzo ci sono loro, i bambini appunto. Costretti a crescere in anticipo per reggere senza troppi lividi sull’anima alle varie reazioni nei loro confronti. Sofia li rappresenta tutti strappandoci qualche sorriso ma soprattutto dandoci da pensare

TI PRESENTO SOFIA
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