SPIE SOTTO COPERTURA

CHE SUCCEDE SE UN ABILE 007 VIENE TRASFORMATO IN UN ANONIMO PICCIONE?
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Che succede se l’agente segreto più abile del mondo, capace di lanciarsi dai grattacieli come un supereroe e dotato di gadget da far invidia a 007, venisse trasformato, per il bene pubblico, in un anonimo piccione? Se lo chiedono Nick Bruno e Troy Quane in Spie sotto copertura, il nuovo lungometraggio animato di Blue Sky Studios, Chernin Entertainment e Twentieth Century Fox Animation, atteso prossimamente al cinema.

Era un agente segreto, il compassato Walter Beckett, anche il protagonista del cortometraggio cui si ispira Spie sotto copertura, il pluripremiato Pigeon: Impossible di Lucas Martell, distribuito nel 2009 su YouTube e visualizzato immediatamente da milioni di utenti.

Realizzato “in casa” in cinque anni (“Un tempo infinito, 10.000 ore di lavoro svolto all’80% da me – dice oggi Martell, che con i soci ha aperto una casa di produzione, la Mighty Coconut – praticamente ho passato tutto l’inizio della mia età adulta a osservare piccioni”), in origine doveva chiamarsi The Switch, durare 60 secondi e raccontare la storia di uno scambio involontario di valigette, nelle strade di Washington, tra uno 007 e una persona comune. “I piccioni erano già previsti sullo sfondo delle vicende, ma all’inizio non pensavamo di farne i protagonisti”. Poi, all’improvviso, l’idea: e se durante lo scambio di valigette un piccione si infilasse per sbaglio nella 24 ore della spia? E se quella 24 ore contenesse il bottone rosso per far scattare l’olocausto nucleare?

Da questa semplice idea è nato Pigeon: Impossible, poco più di sei minuti di pura azione e commedia così ben riusciti da catturare l’attenzione di Fox, che ne acquistò i diritti per ricavarne un film. Con qualche aggiustamento (l’agente di Spie sotto copertura si chiama Lance Sterling e viene trasformato in un piccione), che riempie comunque d’orgoglio Martell: “È stato surreale vedere il trailer di Spie sotto copertura, ma mi ha fatto un bell’effetto. È stato come se quel progetto, coccolato così a lungo, stesse fiorendo in un modo che mai avrei osato immaginare”.

A 15 anni da Shark Tale (2004) Will Smith torna a dare la voce a un cartone animato, qui nella parte del protagonista di Spie sotto copertura. A parte il piccolo lavoro di doppiaggio fatto nel 2005 per Club Oscar (un corto con una all star di voci, da Robert De Niro a Martin ScorseseZiggy MarleyRenée Zellweger), se Smith in questi anni ha usato la voce lontano da un set è stato, fondamentalmente, per cantare. Molto riconoscibile per il pubblico americano, il timbro particolare della voce dell’attore ha suscitato più di una perplessità dopo la diffusione in rete, pochi mesi fa, del trailer di Aladdin, film Disney live action in cui Smith interpreta il genio della lampada. In Italia l’ex Principe di Bel Air è stato doppiato come cartone animato da Tiziano Ferro (Stark Tale), mentre al cinema ha avuto sette voci diverse, oltre a quella di Sandro Acerbo, voce ufficiale anche di Brad Pitt, che lo doppia dai tempi di Men in Black.

Quando si parla di film d’animazione si finisce spesso per lasciare nell’ombra, oscurato dai nomi delle star al doppiaggio, il regista/animatore (più spesso i registi/animatori) dietro al progetto. Nel caso di Spie sotto copertura nel reparto regia c’è, innanzitutto, il nome del veterano dei cartoon Nick Bruno, nominato da Variety tra i “dieci animatori da tenere d’occhio”. Newyorkese di 39 anni, esperto animatore dei Blue Sky Studios, Bruno era già noto per Snoopy & Friends – Il film dei PeanutsEpic – Il mondo segretoRio e L’era glaciale 2 e L’era glaciale 4, ma è con Spie sotto copertura che esordisce ufficialmente alla regia. Al suo fianco c’è Troy Quane, storyboard artist per I Puffi: viaggio nella foresta segreta e Il toro Ferdinando, all’attivo la regia di un corto (I Puffi: A Christmas Carol) e 19 titoli come animatore.

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